WomenFootball.it intervista Vanessa Nagni, stella e capitana della Res Women
Vanessa Nagni, calciatrice romana e capitana della Res Women si racconta a Womenfootball.it. Con la maglia giallorossa, in 20 anni di carriera, ha giocato dalla Serie A alla Serie C, quest’ultima vinta a suon di gol (42) lo scorso anno, ed attualmente disputa il campionato di Serie B.
In questa stagione la numero 10 giallorossa ha realizzato 6 reti aiutando la Res a raggiungere il nono posto in classifica dopo 12 giornate disputate.
Partiamo dalla stagione in corso dove tu e le tue compagne avete realizzato 14 punti in 12 partite. Come valuti questa prima fase del campionato?
Siamo partite un po’ lentamente, anche perché la squadra ha tantissime ragazze nuove e il campionato è molto diverso. Dovevamo interpretarlo e nelle ultime partite le cose sono andate meglio, forse ci mancano 2/3 punti rispetto a quello che si è visto sul campo, ma comunque siamo in linea con il nostro obiettivo di salvarci il prima possibile.
Cosa ti aspetti per le prossime giornate?
Sono tutte gare equilibrate, a noi servono punti per non farci inglobare nelle posizioni calde. Abbiamo grande rispetto delle avversarie di turno, le studiamo, ma sappiamo anche che possiamo dire la nostra.
La scorsa stagione hai trascinato a suon di gol la Res Roma VIII in Serie B e quest’anno stai nuovamente guidando l’attacco giallorosso. Quale è il tuo segreto per continuare a dominare in campo?
Andando avanti con gli anni devi curare sempre di più l’allenamento, mantenere sempre il fisico pronto e curato, anche perché non è facile per un attaccante fare la differenza con lo spunto veloce alla mia età. Poi ci vuole tanta passione e cultura del sacrificio; ho vinto il titolo di capocannoniere almeno una dozzina di volte, ho segnato tanto anche in A, ma so perfettamente che il risultato di squadra di conta più di ogni cosa. Spesso però mi da più soddisfazione fare assist, specie quando aiutano le più giovani a sbloccarsi.
Dopo 20 anni di carriera, tutti in maglia giallorossa, come è cambiato il calcio femminile in Italia? Cosa cambieresti e dove pensi potrà arrivare?
Sta cambiando tutto, un’evoluzione importante per queste nuove generazioni. Intanto escono da scuole calcio molto formative e curate, avendo già tanti mezzi di allenamento e formazione professionale, poi hanno la possibilità di vivere il sogno di fare le professioniste, che non è cosa da poco. Proprio un altro mondo rispetto al mio: se eri fortunata, prendevi dei rimborsi benzina che non coprivano neanche le spese. Noi ci allenavamo la sera dopo una giornata di lavoro e alla fine arrivavi cotta a casa. Io sono stata anche fortunata, perché la Res a Roma era un’oasi dove si cresceva bene, con obiettivi importanti ed ambiziosi, che ci hanno portato a vincere tutti i campionati e fare 5 anni di A di grande livello prima di concedere il titolo sportivo alla AS Roma, ed aprire le porte al sogno di queste nuove generazioni.
In tanti anni sui campi di gioco come sei riuscita a far conciliare la vita privata, il lavoro e lo sport ad alto livello?
Se ci penso mi vengono i brividi: la mattina lavoro, il pomeriggio alleno bambini e bambine, la sera mi alleno e oltre a tutto questo sono anche riuscita nell’impresa di fare un figlio che ormai ha 8 anni e mezzo. A fine giugno del 2015 ho partorito e il primo agosto ho iniziato la preparazione a 40 giorni dal parto, solo amare il calcio ed avere una grande passione possono permettere ad una donna di tornare ad un livello alto. Certo avere un compagno che fa il tuo stesso percorso aiuta chiaramente e noi abbiamo sempre creduto al “nostro calcio” e alle nostre qualità.
La tua fedeltà alla Res Women, il tuo talento, l’amore che hai per Roma e per la Roma fanno si che tu venga paragonata a Francesco Totti, tuo idolo. Come ti fa sentire ciò?
Abbiamo chiamato nostro figlio Francesco per lui, siamo stati tutti innamorati di Totti, un idolo, un simbolo, un giocatore che a Roma sarà impossibile rivedere. Questa cosa di “Tottina” uscì anche sul Corriere dello Sport e fu una soddisfazione immensa. Avrei potuto scegliere di giocare ovunque ma le mie radici erano queste, per anni abbiamo giocato con lo stesso gruppo e ancora adesso con me ci sono Fracassi, Coluccini, Simeone e Liberati con le quali giochiamo insieme da dieci anni. Poi ci sono tutte le ragazze passate per la Res che sono in A e in B, almeno una trentina, e qualcuna è anche in Nazionale. È veramente fantastico, nel nome del nostro sodalizio con la AS Roma, avere in squadra tante campionesse d’Italia Primavera di questi ultimi anni, che per crescere ed affermarsi hanno scelto la Res: il tutto nel nome di Roma, che significa appartenenza.
di Mirco Monda
Nella foto, Nagni in azione con la divisa della Res Women (da Ufficio stampa Res Women).