20 Settembre 2024

Women’s Champions League: la Roma vuole un’altra magica notte europea

Aveva ragione Al Pacino nel celebre film “Ogni Maledetta Domenica” quando spiegava che il gioco, come la vita, è fatto di centimetri. In alcuni casi questi possono essere determinanti per raggiungere il successo, in altri possono risultare decisivi per togliertelo.

Chi sta vivendo sulla propria pelle questo discorso è la Roma. In questo mese di gennaio la squadra giallorossa ha vinto solo una partita su quattro, ma è stata vicina centimetri dal poterne vincere tre sue quattro, cambiando totalmente la percezione di un fisiologico calo di condizione, dopo 18 mesi vissuti e giocati al massimo.

Immaginate infatti come sarebbe potuta cambiare la situazione se il tiro a tempo scaduto di Giugliano nella Supercoppa Italiana fosse finito in rete invece che sulla traversa: la partita sarebbe proseguita ai supplementari e non vinta (meritatamente) dalla Juventus per 2-1. Chi sa poi cosa sarebbe potuto accadere se la conclusione di Greggi dalla distanza fosse entrata in porta contro l’Inter – poi vittorioso 2-0 lo scorso sabato, ma in quella circostanza avanti 1-0 – invece che colpire la traversa. La narrativa sarebbe stata diversa: anche in caso di sconfitta la Roma sarebbe stata elogiata per il carattere e la grinta mostrata.

“Le motivazioni sono altissime. Stiamo attraversando un momento non facile, ma era prevedibile dopo due anni. Non ci si deve pensare, dobbiamo stare concentrate solo sulla partita di domani, abbiamo lavorato per fare una grande gara. Sarà un bel momento, speriamo diventi bellissimo” ha commentato l’allenatore Alessandro Spugna nella conferenza stampa pre-partita.

Proprio per questo motivo, la Roma deve scendere in campo questa sera contro il Bayern Monaco con lo stesso spirito che l’ha sempre contraddistinta senza pensare a niente altro che giocare la propria gara, con grinta ed entusiasmo, con voglia e coraggio. E chi sa che questa volta quei famosi centimetri non possano essere determinanti in altro modo.

di Daniele Mattioli

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