”Behind The B”: Camilla Labate, stella della Ternana Women, si racconta alla giornalista Lucia Anselmi
“Faccio il conto alla rovescia ogni giorno quando mi sveglio. È pesante stare fuori perché ero abituata a vivere la domenica da protagonista. Ma ci sto mettendo tutta la determinazione e l’entusiasmo possibile. Sono sicura che rientrerò un po’ prima rispetto ai tre mesi, sento che il mio corpo sta reagendo bene e sono attenta a ogni dinamica. Spero di tornare in campo a metà marzo invece che a inizio aprile”.
In questa frase c’è tutto lo spirito e la determinazione di Camilla Labate, stella della Ternana Women. La giocatrice classe 1999, ai box per infortunio dopo il trauma distorsivo della caviglia sinistra, che le ha causato una doppia frattura del malleolo peroneale sinistro, si è infatti raccontata alla giornalista sportiva Lucia Anselmi in occasione della prima puntata di Behind The B, la nuova rubrica di Donne Sui Tacchetti nata per rivelare le storie e le emozioni della Serie B Femminile, di cui Womenfootball.it è media partner.
“Stare fuori è davvero dura, anche perché tutte le sofferenze, le gioie, le emozioni che vedo sul viso delle mie compagne sono come se le vivessi anch’io ma non riuscissi ad aiutarle o comunque a partecipare a quello che fanno. Fortuna che le mie compagne e tutta la società mi stanno aiutando tantissimo” racconta Labate.
Nel corso della puntata l’attaccante, che in passato ha giocato anche per Roma, San Marino e Lazio, ha raccontato il clima che si vive alla Ternana, elemento molto importante nella rincorsa al sogno promozione, che la squadra umbra sta sognando grazie ad una prima parte di campionato di Serie B da grande protagonista.
“Siamo tanto, tanto fortunate qui alla Ternana perché abbiamo in primis un allenatore (Mister Fabio Melillo NDA) che si getterebbe nel fuoco per noi, è incredibile. Ci tiene tantissimo, cura ogni minimo particolare, poi ha una sensibilità rara, cosa non da poco. Conosce ogni curvatura caratteriale delle componenti della squadra, delle ragazze, e cerca sempre di metterci a nostro agio, sia in campo che fuori. Poi c’è Isabella che è determinata, esigente, ma perché comunque vuole rimanere sempre sul pezzo, ci crede quanto noi e quindi cerca di aiutarci in ogni modo. Come non menzionare poi il resto dello staff. Penso che ognuno a proprio modo costituisca un tassello fondamentale per l’integrità della squadra, l’aria che si respira, che secondo me è fantastica”.
Insieme alla giornalista Lucia Anselmi e alle domande dei numerosi spettatori che hanno seguito in diretta la puntata, Camilla Labate si è soffermata anche sulla sua carriera e sulle sue preferenze personali, tra cui i giocatori che ammira – “ci sono sicuramente Theo Hernandez e Karim Benzema, che amavo al Real Madrid” – e i suoi gruppi musicali preferiti – “Imagine Dragons e i Depeche Mode”.
“L’ho capito sin dai primi momenti che avrei giocato a calcio” afferma Labate. “Mi ricordo che mamma mi portava a vedere il mio fratello maggiore giocare nelle giovanili del mio paese, in provincia di Roma, anche se mio padre non era per niente d’accordo, perché vedeva il calcio come uno sport prettamente maschile. Io sono sempre scesa a compromessi, quindi praticando anche più o tre sport contemporaneamente, però per esempio lui voleva che facessi moto o pallavolo perché dicevano che ero portata, ma l’entusiasmo, la felicità, la gioia che mi dava il calcio già lo percepivo. Quindi sin dai cinque anni ho iniziato a giocare con i bambini più grandi di me, ovviamente solo maschietti perché ero l’unica ragazza, l’unica bambina nel paese a giocare. Nonostante inizialmente sia stato un po’ complicato, anche con l’aiuto di mio cugino – che per me è un fratello- ho sempre giocato. Dopo i maschietti, ho avuto la fortuna di incontrare il mister Melillo che mi ha cresciuta alla Res Roma e lì ho capito che il calcio era veramente il sogno che avevo sin da piccolina, che potevo inseguirlo”.
Le parole di Camilla ci ricordano che il calcio femminile italiano è spinto da un movimento che parte dalle bambine. Dalla forza di piccole giocatrici che non sempre hanno l’appoggio di tutta la famiglia, almeno non all’inizio. Bambine che diventano ragazze, poi donne, e che dimostrano una determinazione incredibile sia dentro che fuori dal campo.
Le parole di Camilla ci ricordano che lo sport premia chi sogna, chi ci crede, chi si impegna, anche nei momenti più bui. Che il calcio è fatto di questo, e non vediamo l’ora di rivederla tornare in campo ad emozionarsi ed emozionare insieme a tutta la squadra.