“Women Football: Rising Stars”: Giulia Robino, centrocampista dell’Inter Primavera e della Nazionale Under 17
Non c’era soltanto la Dinamo Zagabria nei pensieri di Luka Modrić quel 18 gennaio 2008. Sebbene fosse concentrato sulla ripresa del campionato e sugli impegni della nazionale croata, nella mente del 22enne, già stella indiscussa della Dinamo insieme al suo compagno Mario Mandzukic, c’era qualcosa di più grande all’orizzonte. Il destino di Modrić era ormai scritto altrove: la Premier League lo chiamava, e il Tottenham Hotspur sarebbe stata la sua nuova casa. La sua ascesa era stata inarrestabile fino a quel momento, e quel trasferimento avrebbe segnato un punto cruciale nella sua carriera.
Tre mesi dopo, l’accordo con il Tottenham era praticamente siglato, ma prima c’era da chiudere una stagione trionfale con la Dinamo, che dominava il campionato croato senza rivali. La squadra avrebbe concluso la stagione vincendo lo scudetto con un vantaggio di 28 punti sulla seconda classificata, portando a casa anche la Coppa di Croazia. Luka, con la maglia numero 10 sulle spalle, salutava così nel migliore dei modi la squadra che lo aveva visto crescere negli ultimi tre anni.
Quel 18 gennaio 2008, però, non fu solo il preludio a un capitolo fondamentale nella carriera di Modrić, la nascita di una stella internazionale che avrebbe illuminato il calcio per molti anni a seguire. A centinaia di chilometri di distanza, poco più a ovest di Zagabria, precisamente a Strambino, di storia ne cominciava un’altra. Anche se in quel momento non poteva saperlo, anni dopo una piccola stella del firmamento calcistico italiano avrebbe trovato proprio in quel 22enne di Zadar una fonte d’ispirazione, costruendo gioco e diventando un punto di riferimento fondamentale per le squadre in cui giocherà e per le sue compagne di squadra. “Sì, Luka è un giocatore che ho sempre ammirato e che ammiro tuttora, ha un’intelligenza calcistica che in pochi hanno, fa delle giocate che tanti non riescono a vedere e in più ha una tecnica fuori dal comune.”
Così racconta a WomenFootball.it il suo idolo Giulia Robino, ragazza della periferia torinese con il pallone sempre tra i piedi. Un gioco che ha fatto parte della sua vita fin da principio, quando di solito sono le bambole la principale fonte di divertimento e interesse. “Ho sempre avuto questa forte attrazione, tale da non avere alcun interesse per la montagna di bambole che i miei genitori mi regalavano. Hanno insistito fino a quando si sono arresi ed hanno assecondato il mio desiderio di avere un pallone con cui giocare, in casa o nel cortile”. Calcio che era comunque di casa perché “La passione me l’ha trasmessa mio papà, che mi è stato sempre vicino nelle mie scelte e lo è tuttora.”
Dal cortile al campo di gioco il passaggio è stato rapido ed immediato. Giulia non si accontentava di fare due tiri e due palleggi nel tempo libero, aveva un solo obiettivo: giocare. E non importava affatto che, come compagni di squadra avesse, tutti maschietti: “La Strambinese è stata la mia prima squadra, impossibile dimenticarla soprattutto per gli anni bellissimi che ho vissuto. Nonostante fossi l’unica ragazzina, mi sentivo a mio agio perché per me era importante giocare.” E se quella fosse stata l’unica strada possibile da percorrere per continuare a coltivare la passione per il calcio, poco importava il contorno: “Sono stata sempre una ragazza molto determinata sin da bambina; giocare voleva dire mettermi in luce e ricevere un giorno la chiamata di una qualsiasi squadra femminile dove poter crescere e continuare ad allenarmi.”
Allo Snoopy Trophy Valle d’Aosta Giulia, che della Strambinese è la capitana, si conquista la scena con la sua chioma bionda e giocate illuminanti, figlie di un talento cristallino evidente. E una chiamata importante a settembre la porterà altrove. A pochi passi da casa sua l’aspetta una maglia bianconera, che diventerà la sua casacca viaggiando spesso da una categoria all’altra delle giovanili senza mostrare alcun tipo di problema, anche se le sue compagne di squadra sono talvolta molto più grandi di lei o se il campo di gioco è più piccolo, chiedendole di riadattarsi.
Si diceva di Modric, del suo essere giocatore pronto a diventare stella internazionale. Non un semplice centrocampista, ma il centrocampista capace di fare qualsiasi cosa, dal play davanti alla difesa, costruendo grazie alla sua eccezionale visione di gioco, alla mezzala con ampia libertà di inserirsi, pressare e collegare la difesa con l’attacco, fino al trequartista per fornire assist o trovare la soluzione personale.
Giulia Robino, con le dovute proporzioni ovviamente, ma quasi in linea con l’evoluzione del suo idolo, si dimostra una centrocampista versatile, senza perdere minimamente l’efficacia. “Il mio ruolo preferito è il play davanti alla difesa, impostare il gioco mi viene naturale. Ultimamente però sto giocando spesso qualche metro più avanti e mi trovo bene. Mi piace giocare nella zona di rifinitura, dove mi sento libera di inventare e provare qualche giocata più azzardata”.
Per entrambi i giocatori, oltre al ruolo, c’è un altro aspetto che li caratterizza in modo evidente: la loro centralità nel gioco della squadra. Sono i loro piedi e la loro testa a governare e definire la manovra, catalizzando il pallone e rendendosi elementi imprescindibili per le loro rispettive squadre.
E quando per Modric l’ennesimo cambiamento aveva il nome del Real Madrid, per Giulia Robino è stata un’altra maglia storica e di rilievo mondiale: l’Inter. Un trasferimento che non ha turbato affatto una calciatrice che sembra cogliere da ogni occasione un’opportunità: “Il passaggio all’Inter è stata una scelta molto importante, non lo considero un nuovo inizio ma il continuo di un percorso ancora molto lungo. In nerazzurro ho trovato uno staff eccezionale, persone con le quali ho instaurato un rapporto di stima e fiducia. Ho trovato compagne meravigliose che mi hanno fatto sentire una di loro sin da principio, facendomi sentire a casa e spingendomi a dare il massimo.”
Un gruppo che stupisce, conquista e vince. Basta attendere il 30 giugno di quest’anno per vedere Robino alzare il trofeo dello Scudetto Under 17, insieme alle sue compagne, dopo la vittoria in finale proprio contro la Juventus, in cui Giulia contribuisce in maniera decisiva al 1-2 finale dopo i tempi supplementari. Inutile aggiungere che per giocatrici di questo livello, la Nazionale è un naturale ed inevitabile approdo.
Con la maglia numero 6 che la caratterizza, anche nella sua squadra di club, Robino è l’elemento chiave della selezione Under 17 guidata da Selena Mazzantini: ne è testimonianza diretta il torneo “Gradisca d’Isonzo”, dove la stella di Robino brilla in maniera evidente, facendo presagire un futuro importante con la maglia delle grandi: “Sicuramente la Nazionale è una delle cose a cui tutte le calciatrici ambiscono. Personalmente è sempre stato uno dei miei sogni indossare la maglia della Nazionale maggiore e spero che un giorno si realizzi. Fino a quel giorno continuerò ad allenarmi e crescere per farmi trovare pronta in caso di una chiamata.”
Uno degli elementi chiave, oltre l’immenso talento, che hanno fatto di Modric un calciatore destinato a entrare nell’élite mondiale, è certamente la sua determinazione e volontà di emergere, figlia probabilmente del contesto in cui ha vissuto i primi anni di vita a Zadar durante il periodo della Guerra d’indipendenza Croata, parte delle guerre jugoslave.
Uno degli elementi chiave, oltre l’indiscutibile talento, che fanno di Giulia Robino una stella pronta a scrivere un capitolo importante nel calcio italiano, è certamente la sua determinazione e volontà di emergere, che la guidano in una crescita costante della quale non si sente affatto appagata. “Fanno sempre piacere i complimenti, anche se cerco di metterli in secondo piano per non avere troppe distrazioni. Credo di essere una ragazza molto determinata e ritengo che nel mondo del calcio la consapevolezza di sé, dei propri mezzi e il sapere cosa si vuole e dove si vuole andare siano elementi guida fondamentali. Voglio e devo migliorare ogni aspetto, perché non si smette mai di imparare, e qui all’Inter ho trovato l’ambiente giusto per farlo.”
La stagione in corso sarà l’ultima per Luka Modric, che ha deciso, di comune accordo con il Real Madrid, di chiudere la sua straordinaria carriera nel giugno 2025. Per Giulia Robino, invece, il viaggio è appena iniziato. In questo destino incrociato, la giovane di Strambino sembra ormai pronta per il grande salto, con un futuro che promette di lasciare un’impronta indelebile nel calcio di alto livello. Proprio come quando, a soli otto anni e con il suo caschetto biondo, già incantava il pubblico con il suo talento naturale.
di Ernesto Pellegrini
Nella foto Giulia Robino in azione con la maglia dell’Inter Women (foto di Fabio Cittadini).