“Women Football: Rising Stars”: Christina Schonwetter, portiere della First Vienna e della Nazionale Under 20 Austriaca
“London calling to the faraway towns, now war is declared and battle come down”.
È il 7 dicembre 1979 e la musica internazionale conosce uno dei brani iconici del punk rock inglese. Joe Strummer, voce e anima del gruppo The Clash, scrive un testo che, a distanza di decenni, non perde la sua forza evocativa. La canzone, scelta come inno per le Olimpiadi di Londra del 2012, ha suscitato non poche polemiche, ma anche confermato il suo status di manifesto culturale: un richiamo universale, intriso di ribellione, cambiamento e resilienza.
“London Calling” non è solo una celebrazione di Londra come epicentro di una crisi globale – politica, sociale e ambientale – ma anche una dichiarazione di fede nel suo ruolo di catalizzatore di rivoluzioni. Londra diventa, nelle parole dei Clash, il luogo dove il cambiamento prende forma e le battaglie – culturali, sociali, personali – trovano il loro teatro più vibrante. È una città che, allora come oggi, rappresenta un’energia che si rinnova costantemente, offrendo spazio per sfide e rinascite.
Più in generale, l’Inghilterra è da sempre una terra sognata, un simbolo per chi cerca un nuovo inizio, ispirazione o semplicemente il fascino di un luogo che unisce tradizione e modernità in un’unica, irresistibile miscela. Non è un caso che milioni di persone abbiano trovato nella capitale inglese e nel resto del Regno Unito un porto sicuro per reinventarsi.
Dagli stadi gremiti di tifosi che incitano le loro squadre del cuore, ai pub che raccontano storie di quartiere, fino alle strade di città cariche di storia e opportunità, l’Inghilterra continua a esercitare un richiamo magnetico. È una terra di promesse, dove i sogni sembrano a portata di mano per chi è disposto a raccogliere la sfida.
“Il mio sogno è giocare in Inghilterra nella FA Women’s Super League. L’Inghilterra ha un fascino speciale e non credo ci sia niente di meglio che giocare a calcio in uno stadio tutto esaurito sul suolo inglese.” Così ci racconta a WomenFootball Christina Schonwetter, portiere austriaca del First Vienna FC 1894 e della Nazionale Under 20.
Nata nella cittadina di Feldbach, a pochi chilometri dal confine con la Slovenia, Christina è il classico esempio di calciatrice che ha bruciato le tappe non soltanto per le sue riconosciute abilità fra i pali ma anche per essere un portiere moderno, per intenderci uno di quelli che con la palla fra i piedi sa esattamente cosa fare. “Non ho iniziato come portiere. Al contrario, ho giocato in mezzo al campo per parecchi anni prima di finire in porta per caso. Una fatalità che ha cambiato il mio destino di calciatrice perché quel ruolo mi è piaciuto ed è stata un’ottima decisione continuare a farlo”.
Gli inizi sono comuni a molte ragazze che approcciano il calcio fuori dalle pareti di casa. Che sia un giardino, un parco o un campetto la storia riparte da un pallone che rotola. “Quando avevo circa 4 anni giocavo a calcio con il mio vicino in giardino. In estate mi portò ad un campo il calcio e da quel momento iniziai a giocare nel club della mia città. Ho adorato questo sport tanto quanto io lo adoro adesso”.
Una prima esperienza durata 4 anni al Leobendorf Sv, poi al Leitzrsdorf prima del grande salto, quello che ti rende consapevole dei tuoi mezzi e ti autorizza a fare progetti in grande, quello per il quale ti rendi conto di aver fatto la scelta giusta anni prima piazzandoti in mezzo ai pali. “Il trasferimento allo Sturm Graz è stato un grande passo, pieno di nuove esperienze. A Graz ho avuto modo di fare le mie prime importanti esperienze nel calcio femminile.”
Approdare allo Sturm Graz vuol dire indossare una delle maglie più prestigiose del panorama calcistico austriaco, vuol dire alzare l’asticella delle difficoltà in un ambiente più competitivo e professionale di quello finora conosciuto. C’è la Frauen Bundesliga, da giocare confrontandosi con il Sankt Polten per il vertice, e c’è anche la massima competizione europea pronta ad accoglierla. “Il mio debutto in Bundesliga e la qualificazione in Champions League contro il Real Madrid sono stati sicuramente momenti fondamentali del mio giovane percorso calcistico. Hanno lasciano indubbiamente il segno e sono eventi che non si dimenticano così facilmente.”
Il presente di Christina si chiama First Vienna. Dopo l’esperienza formativa in bianconero che le ha consentito di rivelarsi al grande pubblico e costruirsi un futuro promettente, la squadra della Capitale Austriaca rappresenta una scommessa importante. Una società in netta crescita che quest’anno si è avvicinata notevolmente alle prime della classe, soprattutto il plurivittorioso Sankt-Polten, battuto lo scorso 24 Novembre proprio dal First Vienna. “Il trasferimento è stato un ulteriore passo importante per il mio sviluppo. Dopo i 4 anni allo Sturm Graz avevo bisogno di accumulare ulteriore esperienza sul campo e vivere sensazioni nuove cambiando casacca. Credo che quando si è giovani sia molto importante cercare nuovi stimoli che ti permettano di crescere e migliorare il tuo potenziale, elementi che ho ritrovato nella mia nuova squadra”.
Stimoli e consapevolezza del proprio talento che Christina ritrova anche nelle Nazionali giovanili dell’Austria, terra riconosciuta per aver lanciato portieri di alto profilo Europeo. Nonostante una concorrenza di ottimo livello, Christina ha saputo guadagnarsi il suo spazio, dimostrando non solo il suo valore ma anche il suo legame con una maglia speciale. “Giocare per la squadra della propria Nazione credo sia speciale, una delle cose più emozionanti che una calciatrice possa provare. Ti rende fiera e ti da una carica in più in termini di crescita individuale. Non tutti possono raccontare di aver giocato un Campionato Europeo ed in Coppa del Mondo, esperienze incredibili che sono difficili da descrivere a parole e che hanno un valore così importante da portarle con te lungo tutta la carriera futura”.
“Sweeper-keeper”. Così si può definire con un termine anglosassone Christina Schonwetter, un portiere moderno capace non soltanto di parare tiri e difendere la porta, ma anche di partecipare attivamente alla costruzione del gioco, da giocatore aggiunto nella prima fase di palleggio. Complice probabilmente il suo passato da giocatrice di movimento, Christina si può facilmente annoverare tra i portieri che hanno evidenziato queste caratteristiche, uno in particolare. “Credo che il ruolo del portiere sia in costante evoluzione e che il passaggio e le abilità con i piedi in generale stiano diventando sempre più importanti e richiesti in futuro. Un portiere che rappresenta perfettamente il gioco moderno e che considero il mio modello è Marc-André ter Stegen. Ha sia un’abilità straordinaria come portiere sulla linea, sia un ottimo gioco di costruzione dal basso.”
Oltre Marc-André ter Stegen, gli altri portieri di livello che possono definirsi moderni si contano sulle dita di una mano. Manuel Neuer è certamente uno di questi, insieme ad altri due giocatori che da anni fanno le fortune delle due squadre più importanti in Inghilterra: Ederson del Manchester United e Alisson Becker del Liverpool.
Inghilterra. Ancora una volta terra di evoluzione e di modernità. Li dove il calcio non si traduce soltanto con passione intensa ma anche con scoperta e rivoluzione. Li dove Christina Schonwetter sogna di poter mostrare le sue doti tra i pali raccogliendo la sfida nella terra delle promesse. Li dove i sogni sembrano a portata di mano.
London Calling to the faraway towns, now war is declared, and battle come down.
It’s December 7, 1979, and international music witnesses one of the most iconic punk rock songs of the English scene. Joe Strummer, the voice and soul of The Clash, pens lyrics that, decades later, remain as evocative as ever. The song, chosen as an anthem for the 2012 London Olympics, sparked considerable controversy but also reaffirmed its status as a cultural manifesto: a universal call imbued with rebellion, change, and resilience.
“London Calling” is not just a celebration of London as the epicenter of a global crisis—political, social, and environmental—but also a declaration of faith in its role as a catalyst for revolutions. In the words of The Clash, London becomes the place where change takes shape, and battles—cultural, social, personal—find their most vibrant stage. It’s a city that, then as now, represents an ever-renewing energy, offering space for challenges and rebirths.
More broadly, England has always been a dreamed-of land, a symbol for those seeking a fresh start, inspiration, or simply the allure of a place that blends tradition and modernity into a unique, irresistible mix. It’s no coincidence that millions have found in England’s capital and across the UK a safe harbor for reinvention.
From stadiums packed with fans cheering for their favorite teams, to pubs brimming with neighborhood tales, and streets steeped in history and opportunity, England continues to exert a magnetic pull. It is a land of promises, where dreams seem within reach for those willing to rise to the challenge.
“My dream is to play in England in the FA Women’s Super League. England has a special charm, and I don’t think there’s anything better than playing football in a sold-out stadium on English soil.” This is how Christina Schonwetter, Austrian goalkeeper for First Vienna FC 1894 and the National U-20 Team, shared her vision with WomenFootball.
Born in the small town of Feldbach, near the Slovenian border, Christina is the quintessential example of a player who has fast-tracked her way to success—not just for her recognized abilities between the posts but also for embodying the qualities of a modern goalkeeper. “I didn’t start as a goalkeeper. On the contrary, I played as an outfield player for many years before ending up in goal by chance. It was a twist of fate that changed my football destiny, as I enjoyed the position and made the right decision to stick with it.”
Her beginnings are familiar to many girls who start playing football outside their homes. Whether it’s a garden, a park, or a local pitch, the story begins with a rolling ball. “When I was around 4 years old, I played football with my neighbor in the garden. In the summer, he took me to a football field, and from that moment, I started playing for my town’s club. I loved the sport as much then as I do now.”
Her early experiences included four years at Leobendorf SV, then Leitzrsdorf, before making the leap that reveals your potential and lets you dream big—a leap that confirms the right decision made years ago to stand between the posts. “Moving to Sturm Graz was a big step, full of new experiences. In Graz, I was able to have my first significant experiences in women’s football.”
Joining Sturm Graz meant donning one of Austria’s most prestigious jerseys, raising the bar in a more competitive and professional environment. There was the Frauen Bundesliga to play, contending with Sankt Pölten for the top, and the UEFA Women’s Champions League awaited as well. “My debut in the Bundesliga and the Champions League qualification against Real Madrid were undoubtedly pivotal moments in my young football career. They left an indelible mark and are events that are not easily forgotten.”
Christina’s present is with First Vienna. After formative years in black and white that showcased her to the wider audience and built a promising future, the team from Austria’s capital represents an important challenge. A rapidly growing club, it has come closer than ever to the country’s top teams this year, including the dominant Sankt Pölten, whom they defeated on November 24. “The transfer was another important step for my development. After four years at Sturm Graz, I needed more experience on the pitch and new sensations from changing teams. I believe that when you’re young, it’s crucial to seek new stimuli that help you grow and unlock your potential elements I’ve found in my new team.”
These stimuli and her awareness of her talent also shine through in Christina’s performances for Austria’s youth national teams, a country renowned for producing top-tier European goalkeepers. Despite stiff competition, Christina has earned her place, proving not only her value but also her bond with a special jersey. “Playing for your National Team is special, one of the most exciting things a footballer can experience. It makes you proud and gives you extra motivation for personal growth. Not everyone can say they’ve played in a European Championship or World Cup. Those incredible experiences are hard to put into words and have a lasting value that stays with you throughout your career.”
“Sweeper-keeper.” That’s the perfect term to describe Christina Schonwetter, a modern goalkeeper who excels not only at making saves and defending her goal but also at actively contributing to building plays, functioning as an additional player in the early stages of ball movement. Likely influenced by her past as an outfield player, Christina fits well among goalkeepers with these qualities one in particular standing out as her inspiration. “I believe the goalkeeper’s role is constantly evolving, and passing and foot skills, in general, are becoming increasingly important. A goalkeeper who perfectly embodies the modern game and whom I consider my role model is Marc-André ter Stegen. He combines exceptional goalkeeping skills on the line with outstanding playmaking ability.”
Alongside Marc-André ter Stegen, the list of modern elite goalkeepers is short. Manuel Neuer is certainly one of them, along with two players who have long been key assets for England’s top teams: Ederson of Manchester City and Alisson Becker of Liverpool.
England. Once again, a land of evolution and modernity. A place where football transcends mere passion, becoming a realm of discovery and revolution. A place where Christina Schonwetter dreams of showcasing her skills between the posts, ready to take on the challenge in the land of promises. A place where dreams feel within reach.
di Ernesto Pellegrini
Nella foto Christina Schönwetter in azione durante l’allenamento (foto Haxthaus Agency).