15 Gennaio 2025

“Women Football: Rising Stars”: intervista a Selena Mazzantini, coach della Nazionale Italian Under 17

Nella foto un primo piano di Selena Mazzantini.

“Chiudi gli occhi, ragazzo
E credi solo a quel che vedi dentro
Stringi i pugni, ragazzo
Non lasciargliela vinta neanche un momento.”

È il 1999 quando Roberto Vecchioni, con la sua ineguagliabile sensibilità artistica, consegna al panorama musicale italiano una delle sue canzoni più significative. Questi versi, che aprono il brano con una forza evocativa straordinaria, sono molto più di una semplice introduzione: sono un manifesto, un richiamo alla resilienza e alla fede nei propri sogni.

Il contesto in cui questa canzone prende vita ne amplifica il valore. Vecchioni, che per decenni aveva alternato la carriera di cantautore a quella di insegnante, scrive il testo durante una notte simbolica: l’ultima prima del pensionamento. È un momento carico di riflessioni e bilanci, in cui il ricordo delle aule scolastiche, delle voci dei suoi studenti, e delle speranze che spesso aveva visto nascere nei loro occhi si mescola alla consapevolezza del tempo trascorso.

La canzone si presenta così come una lettera aperta, rivolta a una generazione giovane e combattiva, invitata a non arrendersi alle difficoltà e a credere in quel futuro che appare tanto incerto quanto ricco di possibilità. Ogni parola trasmette l’intento di un maestro che vuole lasciare un’eredità morale e spirituale: il coraggio di essere sé stessi, di lottare per ciò in cui si crede e di coltivare i propri sogni, anche quando il mondo sembra volerli spegnere.

Ma il brano non è solo uno sguardo verso chi verrà: è anche una finestra aperta sul passato di Vecchioni stesso. Attraverso il testo, emerge l’immagine di un giovane Roberto, pieno di sogni e speranze, che affrontava le sfide con la stessa determinazione che ora vuole trasmettere ai suoi destinatari. È un dialogo tra il sé di ieri e quello di oggi, tra il maestro e i suoi allievi, tra il cantautore e l’umanità intera.

Con una melodia dolce e avvolgente, Vecchioni riesce a bilanciare profondità e leggerezza, trasformando il personale in universale. La sua canzone, pur nata da un momento intimo e specifico, si è presto trasformata in un inno alla forza interiore, alla necessità di non piegarsi alle avversità e al valore intramontabile dei sogni.

Proprio in quell’anno una giovane atleta di gran talento, indossava la maglia dell’A.C. F Picenum o più semplicemente l’Ascoli di allora. L’avrebbe indossata per altri due anni prima di approdare alla Lazio nel 2001 dove avrebbe coronato il sogno della maggior parte delle calciatrici: vincere uno Scudetto. Parliamo di un calcio molto lontano da quello attuale, uno sport dove per emergere era necessario mostrare una qualità peculiare. “La differenza più importante rispetto ad oggi è che la calciatrice di quel tempo non era una calciatrice costruita atleticamente e mentalmente…si emergeva se dotate tecnicamente, poiché i mezzi a nostra disposizione non erano gli stessi che hanno le ragazze oggi, preparatori atletici, nutrizionisti, match analyst, psicologi dello sport…l’organizzazione di oggi permette di completare l’atleta prima della calciatrice al fine di ottimizzare la prestazione.”

A raccontarci su WomenFootball come è cambiato il Calcio Femminile negli anni e, soprattutto, come preparare al meglio il percorso di giovani atlete a coltivare il loro sogno, proprio come Roberto Vecchioni aveva fatto nei suoi anni da professore, è Selena Mazzantini, Coach della Nazionale Femminile Under 17 ed ex calciatrice che, come le tante giovani che abbiamo raccontato sulle pagine di Women Football: Rising Stars, ha il calcio nelle vene fin da piccola. “La mia passione per il calcio è innata, qualcosa che ho dentro da sempre. Il mio primo approccio con questo mondo è stato naturale, quasi inevitabile: fin da bambina, il pallone era il mio compagno inseparabile, che mi seguiva ovunque. Non c’è stato un momento preciso in cui è diventato una passione autentica, perché lo è sempre stata. Il calcio fa parte di me, come se fosse scritto nella mia storia fin dal principio.

Ascoli, Lazio. Ma anche Porto S. Elpidio, Torino e Roma. Una lunga carriera nella quale Selena ha visto il Calcio Femminile cambiare ed evolvere in modo evidente, uno sport che è cambiato in termini di gestione, di visibilità e, soprattutto, nella parità di genere. “In passato la Divisione femminile era un organo unico, oggi esistono 2 Divisioni, la A professionistica e la B, questo produce un’organizzazione specifica e distinta. Inoltre a livello mediatico c’è maggiore visibilità ed informazione rispetto a prima. Questo permette una sostanziale crescita della community di fan e dei follower. Allargandoci in ambito d’élite europeo, trovo indicativi un video realizzato con l’AI e un recente studio della UEFA relativo all’evoluzione del WCL-MCL. Il video è realizzato attraverso clip dei BLEUS, invece raffigura le BLEUES. (bleu” is blue for masculine genre and “bleue” is the same but for feminine genre). Orange -The Bleues Highlights (France National Football Team, Women World Cup 2023 advert). Gesti tecnici identici in entrambi i sessi. Lo stesso vale per le varie fasi di gioco, e dunque qui l’analisi è più tattica che tecnica,

relativa alla maggior competizione europea per club, parliamo della Champions League maschile e femminile. Lo studio tecnico della UEFA ha dimostrato che in entrambe le competizioni le differenze sono marginali.”

Un calcio femminile che è cambiato anche nei modelli rappresentativi, cambiando radicalmente il concetto di fonte di ispirazione. Seguendo un po’ la linea tracciata dalle calciatrici spagnole protagoniste di #SeAcabo ed il messaggio di Ivana Andres “Vogliamo che le ragazzine di domani abbiano calciatrici alle quali ispirarsi”, Selena ci fa partecipi di un vissuto recente che conferma come questa tendenza sia già in atto, anche in virtù di un suo ruolo centrale.  “Credo che questo domani è oggi! Nelle docenze di CF che faccio ai futuri allenatori, in passato, sottolineavo sempre la mancanza di modelli rappresentativi nel CF sia come giocatrici che come allenatrici…da qualche tempo non lo devo più sottolineare perché la tendenza è un’altra…esistono modelli grazie alla conoscenza maturata in seguito alle varie esperienze nazionali e internazionali di calciatrici e allenatrici. La UEFA incentiva questa tipologia di modelli investendo molto su calciatrici e soprattutto su allenatrici. Ho il privilegio di partecipare al UEFA Mentor Coach Programme che vede rappresentare la propria Federazione 11 allenatrici in tutta Europa. La mia, la nostra è una responsabilità importante, per cui è fondamentale vivere profondamente queste esperienze formative internazionali per trasmetterle alle generazioni future.

Sul tema relativo all’avvicinamento delle ragazze al calcio, anche e soprattutto in riferimento al fatto che le opportunità, nella maggior parte dei casi, si traducono nell’entrare a far parte di una squadra di ragazzi, Coach Mazzantini non esclude questa possibilità che spesso si rivela positiva. “Giocare con e contro i maschi in giovane età permette alla giovane calciatrice di tirar fuori qualcosa di più, fisicamente e agonisticamente, rispetto a sé giocassero in un contesto femminile…Oggi abbiamo ambiti femminili professionistici, grazie all’aumento dei numeri delle tesserate, in cui la selezione eleva anche il livello tecnico, maggiori numeri, maggiore competitività. Dunque, quella stessa condizione di giocare con la controparte maschile la si ritrova in club professionistici femminili. Ma laddove non esiste questa realtà, nei contesti dilettantistici minori, ben venga il calcio misto. Nel mio caso, per esempio, non esisteva ne l’uno, ne l’altro, ho dovuto iniziare tesserandomi in una prima squadra femminile, giocando con ragazze adulte e sicuramente anche questo ha permesso al mio talento di emergere.”

E a proposito di talento, il gruppo dell’Under 17 guidato proprio da Selena, è indubbiamente uno dei più ricchi del panorama Nazionale. Una rosa creata nel tempo attraverso un lavoro certosino e grazie all’indubbio contributo della FIGC. “Molteplici sono i fattori che hanno contribuito a far emergere giovani talenti promettenti. Anzitutto questi ultimi sono l’effetto delle strategie di sviluppo della FIGC iniziando con l’obbligatorietà da parte dei club maschili professionisti nella stagione 2015-16, di avere

il settore giovanile femminile, per continuare con i buoni risultati ottenuti nel 2019 dalla nostra Nazionale A in Francia, e terminare con le successive riforme, per esempio di svolgere la prima fase del campionato U15 e U17 in modalità mista. Ancor prima i vari programmi organizzati dalle attività dell’SGS, dal programma calcio+15, al torneo delle selezioni territoriali, da cui è nata la nostra Nazionale U15 lo scorso Marzo. Questo programma è stato premiato come miglior progetto educativo nell’ambito degli UEFA Grassroots AWARDS. (93 calciatrici su 126 negli ultimi raduni dei mesi scorsi, hanno seguito il programma calcio+15). A questo meccanismo di base segue il nostro lavoro, fatto di confronti e collaborazione coi Club, fatto di visionature di tutti i campionati giovanili, fatto di cooperazione all’interno dello staff Federale, organizzativo-dirigenziale, tecnico e medico del club

Italia e della Nazionale stessa. Il tutto condito da una buona dose di dedizione e condivisione, utili ad affrontare le difficoltà, se dovessero presentarsi. Esperienze queste che arricchiscono stagione dopo stagione, e che ritengono essere necessarie per la creazione di un team competitivo che può conseguire risultati importanti.

Il talento però, si sa, non è sufficiente per riuscire ad emergere. Sulle ragazze va fatto un lavoro che contempla più sfere, anche quelle più personali, che permettano all’atleta di crescere e gestire al meglio le proprie qualità. “Il mio e nostro compito è quello di prepararle a 360°, nel piano tecnico, tattico, atletico, emotivo. Soprattutto a livello internazionale le competizioni prevedono una preparazione mentale idonea relativa alla gestione delle emozioni, basti pensare che le nostre partite iniziano sulle note dell’Inno Nazionale. Già questo è sufficiente per produrre molta emozione, ed è necessario imparare a gestirla e magari insegnare ed imparare a trovarcisi a proprio agio nelle emozioni, nelle sfide, nelle ansie e nello stress sportive.

Il 2025 sarà un anno fondamentale per le Selezioni Femminili che avranno l’opportunità di giocarsi la massima competizione Europea. L’unica finora ad aver ottenuto il pass è la Nazionale Maggiore di Coach Soncin, in grande crescita e chiamata ad un risultato importante che ne certifichi definitivamente la sua competitività, divenuta tale anche grazie ad un’importante evoluzione che Selena ci tiene a sottolineare. “Il fatto di avere ormai una serie A professionistica dalla stagione 2022-23 ha agevolato la competitività e la spettacolarità del campionato apicale italiano. Insieme a questo anche i risultati ottenuti negli anni scorsi in Champions League da Roma e Juve hanno permesso di ascendere nel ranking UEFA per Club e dunque concesso alla terza classificata di accedere alla WCL. Queste esperienze internazionali sono utili per farsi trovare pronti quando si compete con la propria Nazionale.

Le altre due selezioni, l’Under 19 e l’Under 17, dovranno passare un ulteriore step, il Round 2 per poter accedere all’Europeo. Sulla squadra delle più giovani Coach Mazzantini, dopo aver dominato il Round 1, ha idee molto chiare. “Ho sensazioni positive. Le esperienze passate insegnano una PROFONDA consapevolezza, nessuna squadra avversaria è facile da affrontare arrivati a questo punto del percorso europeo. Il livello tecnico sale, il gap tattico fra le squadre qualificate dal primo turno si assottiglia, le aspettative aumentano e le Isole Faroe a maggio penso siano bellissime! Quindi è importante preparare ogni partita con accuratezza, anche perché le nostre 3 avversarie REP. CECA, CROAZIA E GEORGIA sono diverse tra loro.

Un passo alla volta, con la consapevolezza di possedere i mezzi e le qualità necessari per centrare l’obiettivo. Un sogno, proprio come quello evocato da Roberto Vecchioni nella sua canzone. Un sogno che, ne siamo certi, Selena Mazzantini avrà saputo ispirare nelle sue ragazze, spronandole a coltivarlo con passione e determinazione.

di Ernesto Pellegrini

Nella foto un primo piano di Selena Mazzantini.

L'Autore dell'Articolo